Giuseppe Conte al lavoro su un piano italiano. Ma l’allarme scatta dal mondo del lavoro e da quello del commercio.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte lavora senza sosta alla stesura e alla messa a punto del Recovery Plan italiano, figlio in qualche modo di quello europeo ma dedicato alla ripresa dell’Italia. Lo scopo è quello mettere il Paese sui binari della crescita. Non si deve tornare indietro, alla situazione pre-coronavirus. Bisogna andare avanti. Di fatto ogni settore del Sistema Italia dovrà affrontare una – seppur graduale – rivoluzione verso il futuro.
Emergenza coronavirus, l’allarme dal mondo del lavoro e da quello del commercio
In occasione della terza giornata di lavori degli Stati Generali il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ammesso che per molti settori l’emergenza coronavirus ancora non è finita e soprattutto si farà sentire anche nei prossimi mesi.
Un’onda lunga destinata a mettere in crisi piccoli e medi imprenditori e piccole e medie imprese. Il primo banco di prova è quello dell’estate. La speranza del governo è che il turismo italiano possa tirare una boccata d’aria, almeno per ammortizzare le perdite registrate nei mesi del lockdown.
Il primo campanello di allarme suona da Confcommercio, che evidenzia come la prima ondata della crisi ha messo a repentaglio un milione di posti di lavori. Dati confermati dall’Istat, che con gli ultimi rapporti ha fotografato una situazione economicamente drammatica per quanto riguarda il nostro Paese. A preoccupare, come evidenziato anche da COnte, sono anche i dati legati alle vendite al dettaglio, che per quanto riguarda i beni non alimentari hanno fatto registrare un crollo verticale.
Il confronto con Confindustria e il suo piano alternativo
E nella giornata del 17 giugno il governo si confronterà, in occasione degli Stati Generali, con Bonomi, presidente di Confindustria che nelle ultime settimane ha attaccato l’esecutivo senza soluzione di continuità e ha annunciato, proprio in vista del vertice di Villa Pamphili, un piano alternativo a quello del governo.